TERAMO – (jacopodifrancesco) Poteva essere un buon punto, ma nel finale la spinta vicentina è stata premiata. Poco da rimproverare al Teramo, punito da un rigore fischiato all’84’, che comunque si è fatto vedere nella trequarti di casa e per larghi tratti è riuscito a mantenere una certa solidità difensiva.
4-3-3 speculari per entrambe le compagini, Asta opta per Sales e Ilari dall’inizio.
Ondata Lanieri Dopo una breve fase di studio, il Vicenza comincia a macinare gioco con gli inserimenti delle mezzali, in breve successione servono due grandi salvataggi prima di Sales poi di Calore. Il Diavolo fa fatica a sviluppare l’azione dal basso, si affida quindi a lanci che trovano sempre pronta la difesa veneta; l’unico che riesce a strappare con un minimo di continuità si dimostra Ilari, mentre c’è da recriminare per il rigore non fischiato a Foggia. Si arriva così all’intervallo, con Ferrari che per due volte davanti a Calore manca clamorosamente il vantaggio.
Reazione Diavolo Nel secondo tempo il Teramo dà l’impressione di poter cambiare marcia, prima Tulli su grande assist di Bacio Terracino, poi con un quantomeno presente Foggia che vede respingere la sua conclusione in corner da Valentini. Mister Colombo al 68′ decide di girare la gara con un triplice cambio, e poco dopo Asta gioca la carta Soumarè per Bacio Terracino; in questa fase il ritmo scende sensibilmente, e in ottica conservativa il Teramo abbassa il baricentro con gli ingressi di Graziano e Altobelli, modulando al 5-3-2, riuscendo a non rischiare nulla. È anzi De Grazia a impensierire il Menti dalla lunga distanza. Quando la gara sembra aver detto tutto, arriva il rigore per il Vicenza che lo scuola Milan Comi trasforma per il vantaggio e la vittoria del Vicenza. In chiusura c’è anche l’espulsione di Graziano per un fallo di Chiara frustrazione.
Era difficile trovare la prestazione giusta stasera, ma qualche buona indicazione è arrivata dalle ripartenze e dalla capacità di soffrire. Domenica arriverà, finalmente al Bonolis, il Ravenna. Sarà fondamentale rendere da subito il Bonolis un fortino.